10 luglio 2025

Le Molte Forme dell’Essere

Siamo uno solo che si adatta o tanti che convivono? Una riflessione sull’identità tra coerenza, cambiamento e consapevolezza.



Ci sono momenti in cui, osservandosi dall’esterno, ci si sorprende di quanto si possa essere diversi da sé stessi. È una sensazione strana, ma comune. Succede sul lavoro, tra amici, in famiglia. In certi ambienti si è più chiusi, in altri più espansivi. A volte si ascolta, altre si guida. E allora nasce una domanda: si tratta di adattamento… o di trasformazione?

Alcuni credono che l’essere umano sia uno solo, con un’identità ben definita che resta coerente nel tempo. L’essenza di una persona, fatta di valori, carattere, principi, non cambia. Cambiano i toni, i linguaggi, i gesti. Ma ciò che si è, alla radice, resta uguale. Per queste persone, comportarsi in modo diverso non significa essere qualcun altro, ma semplicemente sapersi muovere nel mondo, senza perdere la propria coerenza interna.

Altri invece vedono le cose in modo diverso. Pensano che l’identità non sia una linea dritta, ma una rete. Non un punto fermo, ma una costellazione. Ogni contesto porta alla luce una versione diversa di sé: quella più vulnerabile, quella più forte, quella più silenziosa o più ironica. Tutte vere, tutte autentiche. In questa visione, non si è uno che si adatta, ma molti che convivono.

Queste due idee non sono in contrasto quanto sembrano. Perché la verità, forse, non sta nell’una o nell’altra, ma in ciò che le tiene insieme. Si può essere un’essenza che si declina in molte forme, oppure si può essere tante forme tenute insieme da una direzione interiore. In entrambi i casi, ciò che conta è la consapevolezza.

Già in passato si è parlato della necessità di distinguere le persone per cerchie: amici, colleghi, familiari, conoscenti. Ogni relazione ha il suo linguaggio e il suo spazio. Anche i social network, per un certo periodo, hanno cercato di riflettere questa complessità, permettendo di condividere pensieri solo con gruppi selezionati. Ma alla lunga, la semplificazione ha prevalso. E molte persone hanno finito per mescolare tutto: parole intime rivolte a platee indifferenti, opinioni delicate esposte a contesti sbagliati.

Quando si perde la distinzione, si perde anche l’equilibrio tra le proprie versioni. Si finisce per sentirsi incoerenti, oppure inadeguati. Si diventa il riflesso di troppe aspettative, senza più riconoscersi in nessuna. È qui che il problema cambia forma: non è più una questione di “quante versioni” esistano dentro una persona, ma di quanto bene sappia governarle.

L’essere umano non è una cosa sola. È un sistema in movimento. È l’unione di quello che è stato, di quello che è e di quello che prova a diventare. Ma dentro questa complessità c’è un punto fermo: la scelta. Si può scegliere di essere coerenti anche quando si cambia. Si può scegliere di non mentire a sé stessi, anche se si cambia tono, postura o approccio.

In fondo, essere se stessi non vuol dire essere sempre uguali. Vuol dire sapere chi si è, anche quando si cambia. Vuol dire accettare di avere molte voci, ma una sola direzione. Quella che nasce dal riconoscersi, ogni giorno, in ciò che si fa, in ciò che si dice e in ciò che si sceglie di diventare.



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Frank Perna

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