Una riflessione sul senso della Pasqua tra simboli, gentilezza, pensieri condivisi e il valore della pace.
C’è qualcosa nella Pasqua che ha un passo più lento, più intimo. Non ha il fragore del Natale, né i suoi eccessi, ma conserva una sua forza sottile, che risiede nei simboli, nei silenzi e nelle rinascite invisibili. È un tempo che passa tra le mani come un filo di primavera, che può cogliere chi ha occhi per vederla anche dietro le nuvole.
Pasqua è una parola antica, che attraversa i secoli e le culture. È festa religiosa, certo, ma anche molto di più: è una metafora potente, è la ciclicità della vita, è la promessa che dopo ogni inverno qualcosa può fiorire. Si celebra in molte parti del mondo, con tradizioni diverse ma spesso con lo stesso desiderio: quello di una tregua, di una luce, di un senso.
La colomba: simbolo di pace
Non è un caso che il simbolo della Pasqua sia spesso una colomba. Pace. Una parola semplice e fragile, come tutte le cose vere. Pace con gli altri, ma prima ancora, pace dentro di sé. In un tempo fatto di rumori e conflitti, anche una giornata che inviti alla quiete è già un piccolo dono.
E parlando di simboli, anche quest’anno ci saranno tavole imbandite, uova colorate, sorrisi, magari anche qualche abbraccio ritrovato. Ma nel cuore della festa resta sempre quel messaggio antico: rinascere è possibile, anche quando sembra che tutto intorno inviti a spegnersi.
Un pensiero sottile
In mezzo alla festa, a volte, si può trovare anche il tempo per un pensiero gentile. A chi non può festeggiare, a chi è lontano da casa, a chi ha perso qualcosa o qualcuno. A chi semplicemente non sente la primavera arrivare. Un gesto piccolo, una parola, una presenza… possono fare la differenza.
E poi, se possibile, una scelta consapevole: Pasqua porta con sé anche riflessioni che toccano il cuore. Se si può, si può anche scegliere di non portare in tavola un agnello, che è sempre un cucciolo. Non per schierarsi o dividere, ma solo per coltivare quella forma di gentilezza che è sempre più rara, e per questo ancora più preziosa.
Come il Natale, ma con ali più leggere
Come il Natale, anche la Pasqua può essere un’occasione per ricordarci che oltre al ricevere, c’è anche il donare. Non per dovere, ma perché in certi giorni il cuore si apre più facilmente. E quando il cuore si apre, si scopre che basta davvero poco per portare un raggio di sole a qualcuno.
Anche se fuori piove, anche se non tutto va come vorremmo, il sole più vero è quello che portiamo dentro. E allora non importa dove si sia, con chi si sia, se tra familiari o tra amici, o anche in solitudine: quello che conta è come si sceglie di vivere il momento.
Perché se a Natale si dice “con i tuoi”, a Pasqua si dice “con chi vuoi”. E forse in quelle tre parole c’è tutto il senso di questa giornata: scegliere di stare dove ci si sente bene, e con chi fa bene al nostro cammino.
🌸 Buona Pasqua a tutti, davvero a tutti.
Che sia un giorno di pace, di silenzio bello, di piccole rinascite e di luce nel cuore.
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Frank Perna
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