Quando il confronto diventa spinta, e non scontro.
Rivalità.
Eppure, se ci togliamo il filtro della diffidenza e la guardiamo da un’altra angolazione, scopriamo che può essere una benedizione nascosta.
Perché rivalità non vuol dire necessariamente odio. Non significa guerra. Può essere anche ammirazione non detta, desiderio silenzioso di tener testa a qualcuno che, in un certo senso, ci migliora senza nemmeno saperlo.
Nasce così quella spinta sottile che ci fa crescere:
“Se ce l’ha fatta lui, posso farcela anch’io.”
La rivalità può essere anche tra persone che non si conoscono. O che si stimano. O che si osservano da lontano, come riferimenti silenziosi. E in questo contesto, smette di essere una frattura: diventa un ponte. Un esercizio di tensione verso il meglio.
E in fondo, non accade ogni giorno, anche nelle piccole cose?
Con il proprio passato, le proprie paure, le versioni precedenti di noi.
La spinta a fare meglio non sempre nasce dal confronto con l’esterno:
a volte nasce dal bisogno di non restare fermi. Di non essere gli stessi di ieri.
La verità è che la rivalità ben vissuta è come il vento sul fuoco:
Se sei pronto, ti alimenta. Se non lo sei, ti spegne.
Sta a noi decidere come viverla.
In fondo, ogni vera rivalità è una domanda che il mondo ci pone:
“E tu, chi vuoi essere?”
- Esplora la nostra serie di articoli che analizzano le diverse sfaccettature della vita.
Visita l'indice dei temi per saperne di più. Analisi di un Aforisma. - Trova ispirazione con altri aforismi e contenuti nelle nostre playlist su YouTube.
Guarda ora.
Frank Perna
Nessun commento:
Posta un commento