22 maggio 2025

Il lato luminoso della rivalità

Quando il confronto diventa spinta, e non scontro.



C’è una parola che portiamo addosso come un’ombra.
Che ci fa pensare a litigi, scontri, rancori, nemici giurati.

Rivalità.

Eppure, se ci togliamo il filtro della diffidenza e la guardiamo da un’altra angolazione, scopriamo che può essere una benedizione nascosta.

Perché rivalità non vuol dire necessariamente odio. Non significa guerra. Può essere anche ammirazione non detta, desiderio silenzioso di tener testa a qualcuno che, in un certo senso, ci migliora senza nemmeno saperlo.

Lo vediamo negli sport, nelle imprese, nei mestieri. Quando qualcuno corre più forte, crea meglio, parla con più grazia o ragiona con più acume… l’istinto naturale non è arrendersi. È provare a fare altrettanto, se non di più.

Nasce così quella spinta sottile che ci fa crescere: 
“Se ce l’ha fatta lui, posso farcela anch’io.”

La rivalità può essere anche tra persone che non si conoscono. O che si stimano. O che si osservano da lontano, come riferimenti silenziosi. E in questo contesto, smette di essere una frattura: diventa un ponte. Un esercizio di tensione verso il meglio.

Anche nella storia, dove saremmo arrivati senza la rivalità tra menti brillanti? Tra inventori che si rincorrevano tra brevetti, artisti che si rubavano l’ispirazione, filosofi che duellavano a colpi di pensiero?

E in fondo, non accade ogni giorno, anche nelle piccole cose?

Un collega più preparato, un conoscente che ottiene risultati prima di te, un amico che realizza qualcosa che tu ancora insegui. Se vissuto con maturità, non è un attacco: è uno specchio. Ti mostra chi sei, ma anche chi potresti diventare.

C’è anche una rivalità con sé stessi. 
Con il proprio passato, le proprie paure, le versioni precedenti di noi.

La spinta a fare meglio non sempre nasce dal confronto con l’esterno:
a volte nasce dal bisogno di non restare fermi. Di non essere gli stessi di ieri.

Anche questa è rivalità. Ed è forse la più nobile.

La verità è che la rivalità ben vissuta è come il vento sul fuoco:
Se sei pronto, ti alimenta. Se non lo sei, ti spegne.

Sta a noi decidere come viverla.

Se usarla per dimostrare qualcosa a qualcuno, o per tirare fuori il meglio di noi stessi.
Se lasciarci travolgere dall’invidia, o farne carburante per la crescita.

In fondo, ogni vera rivalità è una domanda che il mondo ci pone:
“E tu, chi vuoi essere?”



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Frank Perna

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