Nel buio dell’informazione manipolata, una donna coraggiosa si alza in piedi per gridare “Adesso basta!” e restituire dignità alla verità.
In un mondo dove la voce dell’informazione sembra spesso ridursi a eco di potere, dove la verità è filtrata, sbiadita, sistematicamente diluita fino a perdere forma, esistono ancora persone che resistono. Una di queste è Paola, conosciuta come Pubble su YouTube, che non solo informa, ma sveglia, punge, scava, denuncia. Con determinazione, forza morale e una lucidità rara, si è fatta spazio in una giungla di narrazioni costruite, portando alla luce verità scomode, spesso ignorate, volutamente nascoste, o peggio ancora, travestite da rassicuranti menzogne.
Proprio quando il suo canale stava raggiungendo la massima visibilità, quando la sua voce iniziava a raggiungere troppi occhi e orecchie, è arrivato lo shadowban. Una censura silenziosa, subdola, che non zittisce esplicitamente ma ti isola. Il contenuto c'è, ma non arriva. Gli algoritmi si comportano come moderne gabbie invisibili. Eppure, Paola non si è fermata. La sua battaglia è troppo importante. Le sue parole non cercano visibilità, cercano giustizia.
Il suo sguardo va dritto nel cuore degli eventi, in particolare oggi verso Gaza, dove ogni giorno si consuma una tragedia che gran parte della stampa tende ad edulcorare, distorcere, o minimizzare. Pubble non parla per ideologia, ma per responsabilità. Non cerca scontri, ma chiarezza. Non chiede applausi, ma attenzione. Denuncia il sistema dell'Hasbara, quella propaganda camuffata da informazione, che manipola l’opinione pubblica occidentale per dipingere una realtà ben diversa da quella che si consuma nei territori occupati.
E mentre il mondo si distrae tra titoli costruiti e immagini selezionate, tra talk show insipidi e notizie fotocopia, lei scava. Porta documenti, incrocia fonti, smonta menzogne con rigore e passione. Non è una giornalista nel senso accademico del termine, ma è molto di più: è una coscienza vigile che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.
In ogni suo video si avverte quella miscela perfetta di ironia e amarezza, di lucidità e rabbia, di intelligenza e cuore. Il cuore di una donna che ha deciso di non tacere, anche quando il silenzio è più comodo. Anche quando è pericoloso. E come lei stessa afferma, questa non è una lotta per vincere, ma per dovere morale. Un dovere che assomiglia a quello del bambino palestinese che, pur sapendo che il suo sasso non scalfirà mai un carro armato, lo lancia comunque. Perché è l’unico gesto che può fare. E lo fa.
Questa è la forza di Pubble. Non quella di chi spera nell'applauso, ma di chi resiste con ogni fibra del corpo, per continuare a dire che il re è nudo. Perché qualcuno deve farlo. E se Paola lo fa ogni giorno, rischiando, studiando, comunicando, a noi resta la scelta: possiamo continuare a guardare altrove, oppure possiamo scegliere di ascoltarla.
➡ Guarda il video e segui il canale di Pubble: ADESSO BASTA!
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Guarda ora.
Frank Perna
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