In un mondo che spesso premia il cinismo, scegliere la bontà è l’atto più coraggioso e autentico che possiamo fare.
Ci sono momenti nella vita in cui chi ha sempre cercato di agire con rispetto, gentilezza, sensibilità ed empatia si ferma a riflettere. Non perché sia stanco di essere così, ma perché osserva il mondo intorno e si chiede se tutto questo abbia davvero un senso. Quando l’impegno a essere una persona migliore sembra diventare un peso in una società che spesso valorizza astuzia, furbizia e forza, è naturale chiedersi: perché continuare?
Chi si pone questa domanda non lo fa per debolezza, ma per onestà verso sé stesso. Perché a volte capita di sentirsi fuori posto, come se la propria bontà fosse un abito inadatto al contesto. Si scopre che la disponibilità viene scambiata per ingenuità, la generosità per un’occasione da sfruttare, la gentilezza per mancanza di carattere. E allora ci si interroga: che senso ha cercare di fare del bene, quando questo sembra renderti più vulnerabile?
Ma la verità, quella più profonda, è che chi sceglie di essere buono non lo fa per ottenere qualcosa in cambio. Non lo fa perché spera che il mondo lo ripaghi con altrettanta gentilezza. Lo fa perché sente che è il modo giusto di essere. È un atto di coerenza con la propria coscienza, con i propri valori. È una scelta che nasce dal bisogno di non lasciarsi trasformare da ciò che ci delude, da ciò che ci ferisce. Essere buoni, quando tutto intorno spinge a fare il contrario, non significa essere ingenui: significa essere forti abbastanza da non lasciarsi contaminare.
È vero: si rischia di sentirsi soli. Si rischia di essere presi di mira da chi vede nella bontà un punto debole. Ma è proprio in quei momenti che si misura il valore autentico di quella scelta. Chi resta fedele a sé stesso, anche nelle difficoltà, diventa un esempio silenzioso, ma potente. Senza bisogno di prediche, senza bisogno di grandi parole. Perché il bene, quando è autentico, si vede nei fatti e non nei discorsi.
Alla fine, quello che conta davvero è ciò che ognuno decide di essere. Non possiamo cambiare l’intero mondo, non possiamo impedire che esistano il male, l’egoismo, la superficialità. Ma possiamo lavorare su di noi. Possiamo crescere come individui e, così facendo, essere un punto fermo per chi cerca una strada diversa. Se desideriamo un mondo migliore, dobbiamo cominciare a costruirlo proprio da questo: dalle nostre scelte quotidiane. Dal modo in cui trattiamo gli altri. Dal modo in cui reagiamo alle delusioni. Dal modo in cui continuiamo a credere nel valore della bontà, anche quando sembra più difficile.
Chi si schiera dalla parte del bene sa che la strada è più faticosa, soprattutto se ci si trova in prima linea, circondato da chi non condivide gli stessi valori. Ma è proprio questo che rende preziosa quella scelta. In un mondo dove tutto sembra spingere verso l’egoismo e l’indifferenza, restare buoni significa essere un segnale, una speranza. Non è una garanzia di felicità, né di successo. È una garanzia di integrità. E questa è la cosa più importante che possiamo lasciare agli altri e a noi stessi.
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Frank Perna
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