09 giugno 2025

Ostacoli invisibili

Quando la difficoltà non viene dalla vita, ma dagli altri: una riflessione sulla forza di chi resiste senza perdere sé stesso.



C’è una fatica che tutti conoscono. È quella della vita stessa: fatta di imprevisti, di ostacoli che si ergono sul cammino, di difficoltà che, per quanto ingiuste o imprevedibili, fanno parte del disegno stesso dell’esistenza. Sono le prove che arrivano e che, in un modo o nell’altro, ci si aspetta.

Ma poi, ce n’è un’altra. Più sottile. Più dura da accettare.
È la fatica che non nasce dal caso, ma dalle mani degli altri.
È quel carico che si aggiunge al già pesante fardello della quotidianità.
Non piove dal cielo: te lo buttano addosso.

Capita di inciampare non perché il terreno è irregolare, ma perché qualcuno ha spostato un sasso proprio lì dove stavi passando.
Capita che un progetto venga rallentato non per limiti interni, ma perché qualcuno — disturbato dalla tua presenza, ha deciso che dovevi sparire.
Succede che la vita venga ostacolata non da eventi, ma da intenzioni.

A volte è l’invidia, altre la paura di perdere il proprio spazio.
A volte basta il fastidio che genera una luce che non si può spegnere.
Non si tratta di grandi attacchi, ma di piccoli sabotaggi quotidiani.
Una parola insinuata nel momento giusto. Una segnalazione fatta con finta premura. Un gesto nascosto dietro il “lo faccio per correttezza”, quando invece si muove solo per convenienza.
E così, ciò che era già difficile, lo diventa di più.
E non perché la vita lo ha deciso, ma perché qualcuno, un altro essere umano, ha ritenuto che il tuo cammino dovesse essere interrotto.

È il lato meno raccontato delle difficoltà: quello che ha un volto umano.

Eppure, anche questo fa parte della condizione umana. C’è chi lotta per andare avanti, e c’è chi spende la propria energia per far arretrare qualcun altro. C’è chi costruisce e chi preferisce distruggere, per il solo fatto di non aver costruito abbastanza per sé.
E tutto questo si somma. Si somma alla stanchezza, ai dubbi, alla fatica quotidiana di restare in piedi.
Per questo, certe volte, la vera sfida non è vivere… ma resistere a chi non vuole che tu viva come sei.

Ma questa riflessione, per quanto amara, non vuole solo dipingere vittime.
Perché ogni lettore, nel profondo, sa che c’è stato un momento in cui ha ricevuto un colpo, ma forse anche un momento in cui lo ha dato.
Non sempre per cattiveria. A volte per reazione, per insicurezza, per paura.
Questa consapevolezza non vuole giudicare, ma aprire una finestra sul riconoscimento: che la vita sarebbe già abbastanza complessa, e forse, il minimo che possiamo fare, è non complicarla a vicenda.

Serve forza. Quella vera. Quella che non si vede.
Non quella che vince sugli altri, ma quella che resiste senza diventare come gli altri.

Vivere e lasciar vivere non è una massima da scrivere sulle pareti, è un atto quotidiano di lucidità e coraggio. È la scelta, anche quando si potrebbe colpire, di non farlo.
È l’arte di restare fedeli a sé stessi, anche quando sarebbe facile sporcarsi le mani solo perché qualcuno lo ha fatto prima.

Perché la dignità, come il rispetto, non si compra. Si conserva.
E chi riesce a portare avanti il proprio cammino senza bloccare quello degli altri,
sta già vincendo la battaglia più importante: quella di restare umano,
in un mondo che troppo spesso dimentica cosa significhi.



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Frank Perna

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