15 aprile 2025

Quando il merito non basta: il ruolo invisibile della fortuna e della sfortuna

Riflessioni su come la casualità, spesso invisibile, può cambiare il nostro destino, nonostante l’impegno.



C’è una convinzione, quasi romantica, che permea la nostra società: che con l’impegno tutto sia possibile. Che la determinazione apra tutte le porte. Che chi riesce ce l’ha fatta perché se lo è meritato. Eppure, chi guarda più a fondo, sa che la realtà è spesso più complessa di così.

Ci sono momenti in cui, a parità di sforzo, di preparazione, di valore, qualcuno arriva e qualcun altro no. Due persone percorrono lo stesso cammino con la stessa energia, eppure solo una taglia il traguardo. L’altra, magari, viene fermata da un ostacolo che non aveva previsto. Un imprevisto, una deviazione, una coincidenza.

E lì, nel punto cieco tra volontà e risultato, si inserisce qualcosa di invisibile: la casualità.

Quella che chiamiamo “fortuna” o “sfortuna”, e che raramente ammettiamo come parte della nostra storia.

Perché è più facile pensare che tutto dipenda da noi. Fa bene all’orgoglio pensare di avercela fatta solo per merito, e fa male ammettere di non essere arrivati per qualcosa che non si poteva controllare. 

Eppure succede.

Succede che, per quanto si sia camminato con disciplina, ci si trovi davanti a una frana, mentre qualcun altro, nello stesso momento, trova il sentiero sgombro. Succede che si cada mentre altri volano, senza che ci sia una vera spiegazione.

La fortuna non fa rumore. Non sempre si presenta con eventi eclatanti.

A volte è proprio quella vita normale che non ci sembra nulla di speciale. La calma, la stabilità, il nulla che accade… può essere già una forma di protezione silenziosa. Una fortuna che non riconosciamo solo perché non ci è esplosa davanti agli occhi.
E anche la sfortuna, spesso, è invisibile. Si confonde con la colpa, con l’idea di non essere abbastanza, di aver sbagliato qualcosa. Quando, in realtà, si è semplicemente inciampati in qualcosa che non dipendeva da noi.

Attenzione però: 
riconoscere l’esistenza della casualità non significa deresponsabilizzarsi.

Non è un modo per giustificare chi non si muove, chi non tenta, chi resta fermo.
Se non si cammina, se non si lotta, il problema non è la sfortuna. 

Ma se ci si mette in cammino con tutte le forze e non si arriva, forse non si tratta solo di non essere all’altezza. Forse è accaduto qualcosa di silenzioso, e nessuno se ne è accorto.

La verità è che spesso giudichiamo i successi e i fallimenti degli altri con troppa superficialità.
Pensiamo che chi è arrivato sia stato più bravo, e chi no, meno meritevole. 

Ma non sempre è così. 

A volte la differenza non sta nella bravura, ma nel momento in cui si è passati, nelle condizioni del percorso, nella casualità che ha premiato uno e ignorato l’altro.

E allora, forse, bisognerebbe imparare a vedere con occhi più profondi.

Non per credere nel destino come alibi, ma per riconoscere che la vita, a volte, è fatta anche di ciò che non si vede. 

E che la vera forza non è solo arrivare, ma continuare a camminare anche quando il sentiero sembra non portare da nessuna parte.



  1. Esplora la nostra serie di articoli che analizzano le diverse sfaccettature della vita.
    Visita l'indice dei temi per saperne di più. Analisi di un Aforisma.

  2. Trova ispirazione con altri aforismi e contenuti nelle nostre playlist su YouTube.
    Guarda ora.



Frank Perna

Nessun commento:

Posta un commento

Idee Regalo Shopper Omaggio Calendario Pozza Calendario Adelphi Webinar 2024 Plaid Sassi Shopper Gotto Podcast Libri Spedizione gratuita Libri Matita e Quaderno Omaggio Sconto Agende e Calendari