Tra stagioni che cambiano e pensieri che rallentano, c’è un momento sospeso che ci attraversa tutti: e forse non c’è nulla da fare, se non riconoscerlo.
C’è un periodo dell’anno che non sembra un vero “tempo”.
Non è più inverno, ma non è ancora estate. E quella che chiamiamo primavera sembra solo un’alternanza di estremi. Non fa più freddo, ma non fa nemmeno caldo. Il sole compare, poi si ritira. Sudi un momento, e un attimo dopo hai la pelle d’oca. Ti svegli con entusiasmo, e poi, nel giro di un’ora, ti senti svuotato, come se la giornata ti fosse già scivolata addosso.
Questo non è un disturbo.
Non è pigrizia.
Non è mancanza di voglia.
È una soglia.
Il corpo ha il suo tempo, la mente pure. E mentre la natura là fuori cambia con una bellezza che sembra fluida e spontanea, dentro di noi avviene tutt’altro: uno sfasamento.
Una sorta di jet lag dell’anima.
Un rallentamento che non è visibile, ma si fa sentire. Ti pesa sulle spalle, ti annebbia i pensieri, ti fa dubitare di tutto: "Ma sono io che sto andando a rilento? O è il mondo che si è messo in pausa e non me ne sono accorto?"
Spesso, in questi momenti, ci sentiamo in colpa. Come se non fossimo abbastanza motivati, abbastanza presenti, abbastanza reattivi.
Ma la verità è che ci sono periodi in cui non serve spingere.
Serve restare.
Osservare.
Lasciar passare.
La nostra società ci ha insegnato a correre, a reagire, a "fare qualcosa". Ma ci sono istanti in cui l’unica vera reazione sana è concedersi il lusso di vivere il rallentamento.
Di non capirsi del tutto.
Di non riuscire ad alzare subito la marcia.
E di accettare che non stiamo sbagliando niente, se stiamo semplicemente… attraversando.
Attraversare significa ascoltare il corpo che cambia, le emozioni che oscillano, i pensieri che non trovano ancora il loro centro.
Attraversare è non forzarsi a splendere quando dentro si sente solo nebbia.
Perché anche la nebbia è parte del paesaggio.
E spesso, proprio in quei giorni in cui ci sentiamo fermi… ci stiamo in realtà preparando al prossimo passo.
Niente si sveglia tutto d’un colpo.
Nemmeno noi.
Nota dell’autore:
E se ci soffermassimo ancora un attimo, oltre i nostri sintomi, a guardare ciò che accade attorno a noi? Mentre ci affanniamo tra il caldo e il freddo, la stanchezza e l’irrequietezza, là fuori succede qualcosa di maestoso.
Qualcosa che accade da sempre, eppure continuiamo a ignorarlo.
La natura cambia. Si adatta.
Ma a chi obbedisce?
Se ti va di proseguire con me, ti porto in un'altra visione. Un'altra lente. Un altro livello.
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Frank Perna
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