18 aprile 2025

E se un giorno toccasse a noi? La riflessione che nasce dall’estinzione dei dinosauri

Un pensiero nato nel silenzio della notte ci porta a riflettere su una verità dimenticata: nessuna specie è eterna, nemmeno la nostra.



C’è chi si addormenta con il suono della pioggia, chi con il sottofondo di un film già visto mille volte e chi, semplicemente, si lascia accompagnare al sonno da un documentario in TV. Ecco, in una di quelle notti silenziose in cui il corpo cede ma la mente si rifiuta di spegnersi del tutto, scorrevano sullo schermo immagini di ossa antiche, di creature colossali vissute milioni di anni fa. Dinosauri, certo, ma anche mammiferi enormi che oggi sembrano esistere solo nei sogni. E mentre la voce narrante parlava di estinzioni, catastrofi e cicli geologici, qualcosa si è acceso: un pensiero semplice, ma potente. E se un giorno toccasse a noi?

No, non in senso metaforico o simbolico, ma sul serio. E se un giorno, anche l’umanità scomparisse nel nulla? Se il nostro tempo sulla Terra finisse come è finito quello dei dinosauri? Perché il punto è questo: loro non avevano fabbriche, non producevano plastica, non sovrasfruttavano le risorse. Vivevano in equilibrio con la Terra. Eppure, sono spariti. Per sempre. A noi piace credere di avere il controllo. Pensiamo che una simile sorte appartenga al passato, o, al massimo, a un futuro così lontano da non preoccuparci. In fondo, se non riguarda noi direttamente, che ci importa?

Ma se ci sbagliassimo? Se qualcosa potesse accadere in un tempo che, anche se non toccherà noi, riguarderà comunque la nostra discendenza, i figli dei figli dei figli che portano ancora dentro di sé un frammento della nostra umanità? Pensarci cambia la prospettiva. All'improvviso, ciò che è lontano si avvicina. Non serve un'apocalisse imminente per sentirsi fragili. Basta un attimo di silenzio, un’immagine antica sullo schermo, per capire che il nostro posto nel mondo è molto più temporaneo di quanto ci piaccia pensare.

Viviamo su un pianeta vivo, che respira, si muove, cambia. E quando cambia davvero, lo fa senza chiedere permesso. Una cometa, un’eruzione globale, un disallineamento naturale, ed ecco che la storia cambia di nuovo. La civiltà che credeva di avere tutto sotto controllo... scompare. Nessuno può dirci se accadrà. Ma se accadesse, che eredità lasceremmo? Qualcuno, tra milioni di anni, scaverà sotto la crosta terrestre e troverà i resti di un’epoca in cui gli esseri umani governavano il mondo. E magari dirà: “Erano intelligenti, ma sono scomparsi”. Proprio come facciamo oggi con i dinosauri.

Ecco perché questo pensiero, nato nel cuore della notte, merita di essere accolto. Perché non è tanto la paura dell’estinzione che dovrebbe toccarci, quanto la consapevolezza della responsabilità. Non viviamo da soli. Non viviamo per sempre. E soprattutto, non siamo il centro dell’universo. Il nostro tempo è un prestito. E l’amore per ciò che ci circonda, per gli altri, per chi verrà, per questa Terra, è forse l’unica forma di linguaggio che possa renderci davvero eterni.

Allora, forse, non serve sapere quando finirà tutto. Serve solo ricordarsi, ogni giorno, di vivere con rispetto, con gratitudine. E con amore. Perché è vero: i dinosauri non sapevano di essere dinosauri. Ma noi sappiamo di essere umani. E questo, forse, può ancora fare la differenza.



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Frank Perna

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