Il confine tra realtà e distopia è già svanito: viviamo in un mondo dove ogni gesto è pubblico e ogni volto può essere svelato.
C’è stato un tempo in cui le distopie appartenevano alla carta, alla pellicola, alla fantasia degli scrittori visionari e dei registi inquieti. Quel tempo sembra finito, perché oggi la realtà ha imparato a correre più veloce dell’immaginazione e ogni giorno lo dimostra.
Una coppia qualunque, tra le migliaia presenti a un concerto dei Coldplay, viene inquadrata per pochi secondi dalla kiss cam sul maxischermo. L'abbraccio, un’esitazione, la goffaggine con cui si nascondono dallo sguardo di tutti. Un momento qualunque, privato, intimo, imperfetto. Ma è bastato questo.
Nel giro di poche ore, la rete li ha trovati: nomi, ruoli, aziende, famiglie, tradimenti. La macchina dell’informazione parallela, quella non richiesta, non autorizzata, non verificata, si è messa in moto con violenza chirurgica. Nessun filtro, nessuna distanza, nessun rispetto. Solo il brivido del potere: il potere di sapere, identificare, svelare.
Un potere che oggi non appartiene più solo ai governi o alle multinazionali, ma è nelle mani, anzi, nelle dita, di chiunque abbia uno smartphone.
Il web ha smesso da tempo di essere un luogo di evasione o di curiosità: è diventato tribunale, arena, confessionale. E non è una metafora.
Gli strumenti di riconoscimento facciale sono ormai accessibili a tutti. Basta un’app, un abbonamento, una foto: e l’identità di chiunque viene scardinata in pochi istanti. A poco servono le rassicurazioni delle Big Tech, le limitazioni dei motori di ricerca o delle intelligenze artificiali.
La verità è che viviamo già dentro la distopia che un tempo ci affascinava da lontano. Lo sapeva Orwell, lo intuiva Huxley, lo raccontava The Circle, quel film che solo qualche anno fa sembrava esagerato e oggi appare come un documentario.
Perché quel mondo in cui ogni gesto è visibile, tracciabile, giudicabile, è il mondo in cui siamo già immersi. E non servono più telecamere nascoste o governi totalitari: basta un’occasione, un algoritmo, una folla.
La trasparenza è diventata ossessione, e l’invasione una normalità. Si è superato il confine tra informazione e violazione, tra curiosità e sorveglianza. Forse non ce ne siamo accorti, o forse abbiamo scelto di non opporci.
Ma ora che tutto è visibile, chi protegge ciò che dovrebbe restare invisibile?
E soprattutto, siamo ancora in tempo per scegliere in che mondo vogliamo vivere, oppure la trasparenza totale ci ha già condannati?
- Esplora la nostra serie di articoli che analizzano le diverse sfaccettature della vita.
Visita l'indice dei temi per saperne di più. Analisi di un Aforisma. - Trova ispirazione con altri aforismi e contenuti nelle nostre playlist su YouTube.
Guarda ora.
Frank Perna
Nessun commento:
Posta un commento