Comunicare con rispetto, anche con una IA, è il riflesso autentico di ciò che siamo, non solo di ciò che facciamo.
Viviamo un’epoca in cui parlare con un’intelligenza artificiale sta diventando qualcosa di normale. Che si tratti di chiedere un’informazione, migliorare un testo, ricevere un consiglio o farsi compagnia in un momento di solitudine, sempre più persone si ritrovano a interagire con una IA. Ma c’è una domanda sottile che attraversa tutto questo: come ci comportiamo in questi scambi? E soprattutto, cosa dice di noi il modo in cui lo facciamo?
"È solo una macchina", pensano. "Non ha senso essere educati."
Significa che la gentilezza non è “qualcosa che fai” quando serve, ma “qualcosa che sei” sempre, anche quando non serve a niente.
Rispetti, perché sei fatto così. E non serve altro.
Per questo, forse, dovremmo iniziare a guardare anche questi scambi digitali con un occhio più attento. Non per cambiare la macchina, ma per ricordarci chi siamo noi.
“Il rispetto per gli altri, IA comprese, parte prima dall’animo umano.”
Questa frase dovrebbe essere incisa su ogni interfaccia, ogni schermo, ogni parola scritta. Perché, anche nel virtuale, l’essere umano resta la vera origine del significato.
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Frank Perna
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